Novecento, la collezione di tavoli da pranzo e living disegnata da Daniele Lotti, rilegge lo spirito Vaselli in chiave semi-pop.
Il percorso di Lotti appare contaminato dalle avanguardie che hanno contraddistinto il secolo scorso e dai loro sviluppi, giunti poi a compimento nella pop art.
Questo spirito e la continua ricerca d’innovazione – anche nella conformità – si riflette in Novecento, dove le ricerche dello studio non portano soltanto a un nuovo sapere tecnico, ma a una nuova visione della pietra accostandola a toni innaturali e non immediati.
Il sapiente utilizzo delle cromie di Lotti ci fa entrare in un mondo di nuove sensazioni, con accostamenti talvolta dolci ed eleganti, e alle volte irruenti, quasi maleducati, che ci mostrano come la stessa forma può avere infinite sembianze.
Qui si realizza lo sforzo concettuale che consente l’incontro imperfetto tra industria e artigianato, realtà sartoriale e commerciale, conformismo e originalità, seriale e personale, naturale e artificiale, riassumendo in quella di un pezzo di arredo la storia di uno dei secoli più complessi e ricchi di eventi del trascorso umano.
Il sottile equilibrio tra la selezione di pietre naturali, mai replicabili e uniche per definizione, e i colori scelti da campionari industriali, sempre riproducibili alla perfezione – con l’unica incognita della mano che li applica e dell’occhio che guarda, dovremmo aggiungere – ci porta a chiedere se Novecento sia una ricerca di libertà nella serializzazione, oppure, una ricerca di replicabilità nella personalizzazione.
La struttura della nuova linea di Novecento diventa un unico elemento metallico modulare, lo stesso per più pezzi della collezione, riproducibile e standardizzabile. Ogni pezzo della collezione è definito e reso unico dalla scelta di marmi e pietre per i top, e dalla scelta cromatica per la base, monocroma o realizzata in due colorazioni.
